Filippo Romagna, difensore del Sassuolo, ha le idee chiare. Il centrale neroverde, quattro presenze consecutive in questa stagione, ha parlato in conferenza stampa presentando il match di domenica prossima con la Lazio.
Come avete vissuto questa sosta?
"Veniamo da due risultati utili consecutivi, un pari a Lecce e la vittoria nel derby con il Bologna che ha aiutato a lavorare con il sorriso ma non abbiamo perso la carica e la voglia di conquistare punti".
La Lazio dopo un avvio balbettante ha trovato linearità: come vi state preparando?
"E' una squadra forte che ha tanta qualità in avanti, giocatori come Immobile che segnano tantissimo ma siamo pronti".
C'è Immobile, per voi difensori un banco di prova importante.
"E' un grande stimolo affrontare questi campioni, è in un grande momento e sarà una sfida stimolante".
Come va qui a Sassuolo dopo i due anni di Cagliari?
"Mi sto trovando bene, come mi ero trovato a Cagliari. Ho trovato un gruppo sano che mi ha aiutato e anche grazie al lavoro ho avuto l'occasione per poter dimostrare il mio valore ma ho fatto solo 4 partite, la strada è ancora lunga".
E' stata peggio per te la delusione di aver giocato poco con il Cagliari o all'Europeo?
"Avrei voluto sicuramente fare meglio. Nel primo anno a Cagliari ho fatto tante partite in cui forse nessuno si aspettava questo e nel secondo anno invece ho fatto di meno. All'Europeo non sono stato schierato ma sono scelte, ho avuto la fortuna di aver fatto parte del gruppo che ha provato a vincere l'Europeo".
Come ti trovi qui con De Zerbi? Hai ritrovato anche Giovanni Rossi.
"Giovanni Rossi ha inciso tanto nella trattativa per portarmi qui. Qui è diverso dal punto di vista del gioco e delle idee, più affine alle mie caratteristiche. Il mister chiede tanto lavoro ai difensori, personalità, voglia di costruire gioco e di dominare il gioco in ogni momento e a me piace veramente tanto e mi trovo molto bene".
Cosa vi manca per fare un salto in avanti?
"Abbiamo tanta qualità in rosa, non solo in attacco. Dobbiamo cercare quella continuità, quell'equilibrio nelle prestazioni e ci stiamo lavorando tanto. Non eravamo scarsi due settimane fa e non siamo fenomeni ora. Dobbiamo trovare equilibrio per giocarcela con tutti".
La squadra è finita spesso sul banco degli imputati per i gol subiti, vi sentite più sotto pressione, come difensori?
"Sotto pressione no, tutte le partite sono difficili. La Lazio ha attaccanti forti e tanta qualità, è un banco di prova importante per noi e ci stiamo lavorando tanto anche con mister Bianco che fa parte dello staff da diverse settimane. Spesso subiamo gol perché proponiamo un calcio molto bello da giocare e penso da anche da vedere ma questo comporta dei rischi, stiamo lavorando su questo ma non cambieremo mai la nostra mentalità, tutti crediamo in questo modo di giocare".
Quando avete affrontato le squadre d'alto livello le cose non sono andata bene: perché domenica potrebbero andare meglio?
"Siamo in un buon momento, c'è stata una svolta a livello caratteriale nell'affrontare e nel vivere la partita, stiamo lavorando tanto e penso che assisteremo a una bella partita".
Hai pensato 'se restavo a Cagliari ora ero in Champions League'?
"No. Sono contento per loro ma rifarei tutto".
Dall'altra parte c'è Acerbi, che ha fatto benissimo anche a Sassuolo: può essere un punto di riferimento?
"E' un giocatore che sta facendo bene, qui ha lasciato il segno. Si può sempre imparare da campioni come lui, è un modello per noi difensori".
Essere difensore è diverso dall'essere attaccante, la visibilità è diversa, i compensi è diversa.
"Tralasciando l'aspetto economico, è più un discorso di caratteristiche. A me piace il mio ruolo perché mi piace difendere e impostare, mi piace giocare l'uno contro uno con l'attaccante, cercando di prevederlo e anticiparlo, l'attaccante invece vive la partita per far gol, a me piace vincere i duelli con l'attaccante".
Tanti giovanissimi vivono nella precarietà, lei è un predestinato: che effetto le fa pensare a una lunga carriera di 20 anni?
"Non bisogna sedersi perché se arrivi in Serie A poi può cambiare tutto. Devi dimostrare giorno dopo giorno, devi avere ambizione, voglia di migliorarti e non puoi pensare a 18 anni che avrai 20 anni di carriera in A, devi capire che devi fare qualcosa in più per meritarti il prossimo anno in A".
Cosa danno i due manager Montipò e Tinti?
"E' una figura molto importante. Io ho avuto Manuel e Tullio da quando avevo 14 anni, ci siamo sentiti almeno due volte a settimana in questo percorso, nei momenti positivi e non positivi. Loro mi hanno sempre aiutato, anche a livello mentale. Ho una grande famiglia dietro che mi aiuta tanto e mi fa da psicologo e gran parte del merito è loro ma avere vicino Montipò e Tinti è importante per un ragazzo".
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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